27 Ottobre 2019: deserto del Wadi Rum, Giordania.
Aspetta fermati! Si per favore fermati qui. Stop here please.
Lui rallenta e poi ferma il suo enorme Mitsubishi bianco 4X4. Si gira verso di me e nei suoi occhi neri e truccati leggo un pò di perplessità.
I beduini che ho incontrato in Giordania hanno tutti gli occhi belli e anche gli uomini spesso usano truccarsi con il Kajal.
La loro non è tanto vanità, lo fanno per proteggere gli occhi dal sole e dalla sabbia. Sembra funzioni.
Qui non c’è niente, non siamo vicino a nessuna delle attrazioni previste nel tour di oggi, mi dice.
Scendo dalla Jeep, i piedi sbattono al suolo sollevando un pò di sabbia.
Sono le 11 del mattino, il sole è già alto, ma ad Ottobre il caldo nel deserto del Wadi Rum, a sud della Giordania, non mi sembra così esagerato. E’ un caldo secco che non ti fa sudare.
Io rimango qui. Puoi lasciarmi qui e venirmi a prendere nel pomeriggio?
Gli dico così guardandolo fisso negli occhi e facendo da sola di si con la testa come per convincerlo.
Il tour lo facciamo domani.
Lui è un beduino del deserto. Discendente da quelle tribù arabe, allevatori di capre e cammelli, che da sempre vivono in questi luoghi. Hanno conservato le loro tradizioni e vestono ancora come un tempo, con lunghe tuniche e turbanti in testa. Bevono the buonissimo e dolcissimo e cucinano carni e verdure sotto la sabbia.
Alcuni di loro hanno creato degli accampamenti, dei campi tendati all’interno del Wadi Rum per ospitare i turisti che vogliono conoscere questo sito, patrimonio dell’Unesco. E oltre ai cammelli hanno comprato delle Jeeps 4X4 per portare i turisti in giro per il loro deserto, che amano e rispettano profondamente.

Se vuoi vistare il Wadi Rum infatti devi rivolgerti a loro( o ad una agenzia che ti metterà in contatto con loro) in quanto non è possibile visitarlo in autonomia.
Lui ci pensa un attimo.
Poi fa Ok, se è quello che vuoi.
Scende dalla macchina mi da una bottiglia d’acqua da 1 litro e mezzo, mi dice di metterla nello zaino e prende qualcosa dal sedile posteriore. E’ una kefiah, il tipico copricapo dei beduini del deserto.
Mi viene davanti e mi toglie gli occhiali da sole. Piega a metà la kefiah di cotone bianca e rossa e me la sistema sul capo come un turbante.
Il sole del deserto è forte mi dice, just like you. Enjoy Wadi Rum.
Secondo me è contento di vedere che una ragazza da sola vuole restare a stretto contatto con il deserto, sentire la sabbia sotto i piedi e graffiarsi le mani scalando le rocce rosse. Lasciando per un attimo da parte i luoghi iconici che visitano tutti i turisti. Lo rende fiero della sua terra, bella, forte e unica.
Poi mi indica una grande roccia e mi dice che ci saremo rivisti in quel punto esatto alle 4 del pomeriggio.

E adesso, se e te lo stai chiedendo, ti rispondo.
No, non sono una pazza. E chiunque sia già stato tra le rocce e le dune del Wadi Rum sa che non c’è niente di così estremo in quello che ho fatto.
Il deserto del Wadi Rum è infatti il deserto più grande della Giordania, ma non è poi così disabitato. Ad oggi vi sono innumerevoli campi tendati dei beduini e a volte si vedono jeep che sfrecciano da un punto all’altro con gruppi di turisti sopra.
Booking.comMa a volte si vedono anche cammelli e dromedari camminare lenti tra quelle vallate ed enormi spazi deserti.
E’ più che altro un deserto roccioso con grandi valli e altipiani e alcune dune di sabbia rossa.
E’ quindi abbastanza facile da attraversare e si possono ricoprire anche lunghe distanze a piedi senza grande fatica.
Poco prima tra l’altro dalla jeep avevo visto un altro campo tendato che, eventualmente, avrei potuto raggiungere con una buona camminata.
E poi mi fidavo di lui, come un pò di tutti i beduini conosciuti fino ad allora, persone semplici e di parola. Non mi avrebbe lasciato là.
E così è nato un grande amore. Io e il deserto.

Il silenzio, il sole caldo e il cielo azzurro, intervallato dalle nuvole.
Durante quelle ore non ho visto nessuno, nè uomini, nè jeep nè animali.
Solo terra rossa e qualche duna di sabbia, altipiani gialli e arancioni e rocce da scalare.
E panorami incredibili.
Come sostengono tanti sembra infatti di essere su Marte e gli scenari sono proprio quelli a cui ci hanno abituato i film sul Pianeta Rosso e sugli exraterrestri.
E poi quell’incredibile senso di pace e libertà. E di connessione con la terra.
Camminavo e solo il vento mi sorpassava. Poi le tracce di un serpente sulla sabbia e l’ombra di 2 uccelli che volavano alti nel cielo.
Camminavo e camminavo ancora, ricordandomi il punto dove sarei dovuta ritornare. Non era cosi difficile orientarsi.
E salivo su una roccia. Poi un’altra più alta, poi provavo a salire sulle dune. Ecco lì era parecchio faticoso, a volte la troppa pendenza ti faceva scivolare giù, ma quando eri su poi era divertentissima la discesa e piedi scalzi.
Ho tolto le scarpe sulla sabbia, poi le ho rimesse per salire sulle rocce taglienti e mi sono fermata a respirare e guardare le nuvole rincorrersi nel cielo. E ho pensato.

Il telefono non prendeva e mi sono detta che era meglio così. Ho fatto delle foto.
Le ore sono passate senza accorgermene.
Sono stata così bene e già sapevo che lo spettacolo che mi attendeva dopo sarebbe stato ancora più emozionante.
Quella sera infatti il tramonto ha avuto un sapore davvero particolare.

Il deserto del Wadi Rum è sicuramente un must durante un viaggio in Giordania ed io ti consiglio assolutamente di trascorrere almeno una notte in tenda.
Quindi se vuoi sapere come organizzare un tour nel deserto, in giornata o pernottando nelle tende dei beduini, clikka qui.
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